Tarallo ‘nzogna e pepe(sugna e pepe)

by Damiana Casillo

Il tarallo”nzogna e pepe”è un biscotto tipico di Napoli!Uno street food unico,per la sua friabilità,dal gusto intenso di pepe e mandorle;da gustare beatamente ai vari chioschetti,sul lungomare di  Mergellina;tra una birra gelata,quattro chiacchiere ed una vista sul Vesuvio commovente.E se li gusti ancora caldi,allora davvero bisogna munirsi di fazzoletto:le lacrime scivoleranno senza impedimenti.Si,è una pura goduria,a cui è impossibile resistere e se resisti,sei da pigliare a botte 

La ricetta perfetta l’ho trovata da lei,Elisa,bravissima foodblogger,con una gran passione per la cucina della tradizione ma con una fantasia eccezionale(anche il pesce,riesce a far parlare).Tutte le sue ricette sono una garanzia,lei si definisce una pignola(lo è),quindi l’ho rifatta a colpo sicuro e infatti,ho assaggiato il tarallo che conosco:friabile,intenso,saporito,croccante e tanto profumato.Con il giusto sapore di sugna, che gli conferisce quella tipica consistenza sfogliata,ma per nulla invasivo.Insomma munitevi della sugna giusta e adoperatevi a “tarallare”

Non ho cambiato una virgola della sua ricetta e vi faccio una raccomandazione:non fatelo neanche voi;vi garantisco insieme a lei,l’ottima riuscita.Gusterete a casa vostra il vero Tarallo ‘nzogna e pepe,nonostante non vi sia un mare in cui perdersi,ma con un pò di fantasia,vi sembrerà di essere stese al sole con pure Richard Gere al vostro fianco…La birra mi raccomando bevetela dopo,altrimenti vostro marito vi sorprenderà a baciare il muro 😀 

Tarallo 'nzogna e pepe (sugna e pepe)

Il tarallo 'nzogna e pepe e' un classico biscotto di Napoli,ricco di pepe e mandorle e reso friabile dalla sugna
Tempo totale14 ore
Porzioni: 15

Ingredienti

Per la biga

  • 80 g farina manitoba
  • 7 g lievito di birra fresco
  • 60 g acqua

Per l'impasto finale

  • 230 g farina 00
  • 150 g strutto
  • 200 g mandorle con pellicina e tritate grossolanamente
  • 10 g sale
  • 4 g pepe nero
  • 3 g ìzucchero
  • 100 g acqua

Istruzioni

  • Procedimento biga Preparare questo impasto 12 ore prima dell’impasto definitivo ( impastando la sera la biga, si può fare l’impasto il giorno dopo). In una ciotola versare l’acqua a temperatura ambiente, sciogliervi il lievito e unire la farina; impastare per poco ( si avrà un impasto un pò appicicoso ) e coprire con pellicola ben sigillata o con il coperchio della ciotola
  • Procedimento impasto definitivo In una ciotola versare la farina e mettere al centro la biga, lo strutto, pepe, zucchero, sale, acqua e le mandorle impastare dal centro amalgamando bene gli ingredienti alla biga; tirare verso il centro dell’impasto tutta la farina fino a che si formerà un panetto ( non deve essere lavorato eccessivamente, pena la gommosità dell’impasto lasciar lievitare il panetto per circa un’ora, coperto a campana (o con pellicola)
  • Trascorso il tempo, ritagliare dall’impasto tanti pezzetti che ridurremo a bastoncini larghi un dito e lunghi una ventina di cm; intrecciarli a due a due e chiudere a ciambella. mettere a lievitare nelle teglie coperte di carta forno, distanziandole; proseguire così fino al termine dell’impasto; far lievitare in luogo caldo fino al raddoppio del volume ( non cresceranno molto ) infornare in forno ventilato a 180º per i primi 10 min e proseguire per altri 35/40 min a 160°

Note

Controllate il colore, perche se cuociono troppo sanno di bruciato; se vi accorgete che si colorano subito, abbassate la temperatura anche a 150º , ma non toglieteli dal forno pensando siano cotti, altrimenti avrete un biscotto croccante fuori e gommoso all’interno; devono “sfresare” ( deriva da fresa, che significa apertura, fessura di finestra, e viene usato in panetteria per indicare l’asciugatura di biscotti, freselle, per l’appunto, mettendo il prodotto in forno a bassa temperatura o quando è ancora caldo ma spento, tenendo la porta del forno leggermente aperta, per far uscire umidità ) e diventare croccanti; lasciarli raffeddare nel forno spento con la porta leggermente aperta ( mettere una cucchiarella di legno tra la porta e il forno).

Alla prossima delizia tutta ricottosa…siamo a Pasqua no?Su su,tutte ad impastare 😉 

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34 comments

maria 6 Novembre 2018 - 17:25

Ciao Damiana, vorrei provare a fare questi taralli, ma non ho la sugna che voi dite di usare. Posso comprare lo strutto al supermercato, può andar bene, oppure consigliami una marca in particolare che tu pensi sia almeno la migliore. Ti ringrazio anticipatamente. Maria.

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Damiana Casillo 6 Novembre 2018 - 19:20

Si Maria va benissimo,alla fine tra strutto e sugna la differenza è poca, è comunque un grasso del maiale.Diffida solo di quelle più economiche e vai tranquilla ?un bacio e buon impasto?

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Serena 13 Aprile 2017 - 0:55

adoro questo tarallo è da quando l’ho visto che volevo passare a complimentarmi ed eccomi qui, brava è perfetto! Un abbraccio

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Damiana Casillo 13 Aprile 2017 - 13:55

Ma grazie Serena??

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Cristina 10 Aprile 2017 - 14:06

Questa tuu dichiarazione d’amore per i taralli trasuda amore sconfinato per Napoli: solo questo è un motivo sufficiente per farli. Ciao bella donna !

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Damiana Casillo 10 Aprile 2017 - 14:30

La amo,quanto è vero.Ciao pasticcera bella???

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Ros 7 Aprile 2017 - 10:20

E siccome non voglio essere presa a cazzotti hahahahah vorrei provare a farli 😛 mi sembra già di sentirne il profumo poi io amo queste cose da “terronazzi” belle saporite e succulente 🙂

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Damiana Casillo 10 Aprile 2017 - 14:30

Ros ti ordino di farli,sennò son cazzotti?

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Ros 10 Aprile 2017 - 14:38

agli ordini capo hahahahhahahah

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Mile 5 Aprile 2017 - 16:22

Ridooooooooo e apprezzo 🙂
E complimenti anche ad Elisa

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Damiana Casillo 5 Aprile 2017 - 17:23

Son felice??

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Ketty Valenti 5 Aprile 2017 - 9:40

Macché belli e che squisiti saranno, da come li hai descritti la salivazione ha fatto un’impennata ??? giuro! Allora il mare c’è l’ho, il vulcano anche ma mancano i taralli… li porti tu? Ti aspetto a braccia aperte ??❤️

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Damiana Casillo 5 Aprile 2017 - 17:25

Arrivo dici all’Etna di star tranquillo ??

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Simo 5 Aprile 2017 - 7:23

Vabbè, da pigliare a botte…mi hai fatto scompisciarsi micuzz, da quando sei diventata così manesca ahahahahahah…vabbè visto che ho paura di un cazzotto, non resisterò assolutamente….mandamene qui una quintalata va….baciiiii

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Damiana Casillo 5 Aprile 2017 - 8:00

Nessun cazzotto,solo abbracci e taralli?

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Mary Vischetti 4 Aprile 2017 - 21:19

Sono in estasi al solo pensiero di addentare una di queste meraviglie! Ho ancora impresso il ricordo dei taralli assaggiati al raduno a Terni l’anno scorso…Li adoro Damiana! Bravissima, come sempre ?
Un abbraccio,
Mary

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Damiana Casillo 5 Aprile 2017 - 8:01

Li adoriamo tutti.mi sa?

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Marianna 4 Aprile 2017 - 21:11

Ciao Damiana pensavo fossero più difficili da fare, quasi quasi mi cimento sono troppo belli! Complimenti il tuo racconto è fantastico! Un abbraccio ?

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Damiana Casillo 5 Aprile 2017 - 8:01

Marianna buttati che son taralli?

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Fr@ 4 Aprile 2017 - 19:18

Ne vado matta, quando vado a Napoli ne compro a chili.
Grazie per la ricetta.

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 19:51

Ahah ne ero certa??

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saltandoinpadella 4 Aprile 2017 - 18:31

A casa mia abbiamo chili di strutto buonissimo fato da mio zio quando ammazza il maiale e non sappiamo mai come farlo fuori a parte fare piadina come se non ci fosse un domani. Ora ho un’altra ricetta da fare mille volte come se non ci fosse un domani. Avrei detto che fossero più buoni da freddi ma mi fido, se dici che tiepidi sono la morte sua, allora tiepidi sia!

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:35

Pure lo strutto fatto dallo zio,tutte le fortune tu.Munisciti allora di birra ghiacciata e taralla,vedrai che bontà ?

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Melania 4 Aprile 2017 - 16:37

Che buoni che sono! Io preparo sempre dei taralli col finocchietto selvatico, questi mancano alla lista! E siccome mi fido ciecamente della tua ricetta la salvo! ☺️ Un abbraccio Dami

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:36

Salva Melania,li adorerai?

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tizi 4 Aprile 2017 - 16:05

ecco, io da toscana che non ha mai assaggiato i taralli ‘veri’ vorrei tanto avere uno di questi tuoi da sgranocchiare! penso di non poter nemmeno immaginare quanto siano golosi!

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:36

Più della tua immaginazione ?

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ipasticciditerry 4 Aprile 2017 - 15:09

Mamma mia questi mi tocca farli per la mia estetista … me li chiede sempre. Gli ho detto che non li ho mai fatti. Pensa che è stata a Napoli e me ne ha portato un sacchetto, sperando glieli replicassi. Ora tu capisci che, visto che ho davanti la ricette, non posso evitare di farglieli, pooooorella! Poi va beh … se mi dici che appare pure Richard … Sono una meraviglia tesò, come te. ♥

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:38

Richard è sicuro, però contieniti?Un’estetista golosa se la meritano tutti,accontentala Ricciolo’?

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Mimma Morana 4 Aprile 2017 - 14:42

li adoroooooooooooo!!!!! amo la cucina partenopea, così simile a quella siciliana (il Regno delle Due Sicilie) e spesso “copio” qualche ricetta. Anch’io li preparo , con grande successo di pubblico. Li amo e li replico volentieri. Proverò anche questa ricetta. Bravissima mia cara!!

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:39

Ed io amo quella siciliana,concreta e ricca quanto quella napoletana.Quindi più taralli per tutti?

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Elisa Russo 4 Aprile 2017 - 14:29

Damiana! Al Richard Gere, mi hai fatto morire! ? Grazie per le tue belle parole e se essere pignola significa avere tutti questi complimenti! Comunque mai avuto dubbi che ti venissero uno spettacolo! Grande! Un abbraccio cara ??

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Damiana Casillo 4 Aprile 2017 - 18:41

Ancora grazie a te,mi hai estasiato?

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